Vernazza, presidente Confesercenti Salsomaggiore Terme:Non facciamo morire “l’azienda Salso”

In un articolo apparso sulla Gazzetta di Parma il presidente di Confesercenti Salsomaggiore Terem, Giorgio Vernazza analizza il momento delle città termali e chiede un intervento deciso: “Salso e Tabiano hanno ancora un “nome” nel termalismo italiano e non solo: cosa vogliamo scegliere di fare? Morire o vivere?”. L’appello arriva da Giorgio Vernazza presidente della Confesercenti di Salso e Fidenza in merito al futuro della città.
“Il bando per la vendita del centro termale Baistrocchi a fine marzo preoccupa i commercianti in questo momento. È importante ricordare che un terzo delle presenze termali sono portate proprio da questa struttura – rileva -. Ora, se l’iter della vendita dopo gli eventuali ribassi d’asta
andasse deserto, si arriverebbe alla contrattazione privata: faccio ‘l’avvocato del diavolo’ ma se non si giungesse a nessun accordo di vendita cosa si fa? Si chiude?”.

«In caso di “non vendita” si parlava tempo fa di una strategia comune con Terme spa da mettere in campo per il rilancio della località, ma se le notizie che circolano sono vere, e cioè che entro fine mese, le terme potrebbero chiedere il concordato preventivo nei confronti di creditori
e banche, che strategia si potrà attuare?».
Per Vernazza Salso e Tabiano dovrebbero presentarsi al mondo nel modo migliore in vista di Expo, “un’ occasione irripetibile, invece si presentano sul baratro del fallimento. Possibile che non si capisca che spegnendo il motore la macchina si ferma e “l’azienda Salso” muore e
serviranno anni per farla ripartire. Siamo una città che vive solo di turismo – oggi industria ambita da tutte le località – ma Salso non investe un solo euro e ormai accettiamo tutto con rassegnazione”, aggiunge Vernazza evidenziando come il problema coinvolgerà tutta la provincia di
Parma.
“L’industria Salso-Tabiano sarebbe in grado di togliere disoccupazione anche nei comuni limitrofi: di recente ho letto di una località termale che offriva 51 posti di lavoro nei vari campi e negli stessi giorni noi lasciavamo a casa 50 dipendenti termali.
Non sarebbe un’utopia dire che Salso potrebbe offrire 1000 posti di lavoro: abbiamo 350 attività, 90 alberghi. Promuoviamo la nostra località, la nostra immagine che ancora esiste nel mondo.
Vernazza si chiede quale sia «quell’ente – Comune, Provincia, Regione, Stato, Comunità europea – che non aiuterebbe un progetto ambizioso come questo:
un paese che si rifiuta di morire (chiudendo le terme) e scegliere invece di mettersi in gioco perchè ha le carte in regola e chiedere aiuto alle istituzioni con
umiltà per ritornare ad essere parte del mondo. Credo che un progetto simile si possa attuare: al bivio ci siamo, vedremo cosa si sceglierà».

A.S. (da Gazzetta di Parma 15/02/2015)