I distributori di carburante costretti alla chiusura

Gli impianti di rifornimento carburanti cominciano ad abbassare le serrande: mercoledì notte tocca a quelli della rete autostradale, poi raccordi e tangenziali e via via tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria (restano aperti i self-service).
Lo hanno comunicato attraverso una nota congiunta Faib Confesercenti, Fegica e Figisc/Anisa. Una scelta necessaria a salvaguardare migliaia di benzinai e addetti ai lavori, come ha spiegato Alessandro Broggi, presidente provinciale della Federazione Autonoma Italiana Benzinai (FAIB): “Il settore era già in crisi, ma questa situazione può essere un colpo di grazia. Stiamo lavorando per trovare un accordo con le compagnie petrolifere: l’Eni ha già firmato un protocollo d’intesa dove ci vengono riconosciute delle agevolazioni, ma al momento è l’unica che lo ha fatto, speriamo che nei prossimi giorni si adeguino anche le altre compagnie. Quello che chiediamo a gran voce è la sospensione degli affitti di tutte le attività, comprese officine e autolavaggi. Abbiamo chiesto la riduzione del drop, cioè la quantità di carburante minima ordinabile. E poi di aumentare la dilazione dei pagamenti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda le parole di Pietro Calersi, presidente della Cooperativa di Garanzia e vicepresidente Confesercenti Parma: “Come categoria siamo stati precettati al lavoro e abbandonati nello stesso tempo, perché nessuno ci ha fornito i sistemi di protezione necessari. Per non parlare in del pagamento del carburante alle aziende petrolifere: oggi per vendere 30mila litri serve almeno un mese, questo significa che abbiamo molta giacenza. Poi ci sono gli affitti da pagare, compresi quelli dei bar e degli autolavaggi presenti all’interno delle stazioni di servizio, e gli stipendi dei dipendenti. Al momento non sono previste particolari agevolazioni da parte del governo e delle aziende petrolifere. Qui si rischia il fallimento di parecchie imprese, le prime statistiche parlano di un calco degli introiti che oscilla tra il 70-80%. Ci sono da pagare gli stipendi, il problema è grosso”.
A sostegno della categoria ci sono alcune agevolazioni per il credito, come continua a spiegare Calersi: “Esiste una cooperativa di garanzia fondata da Confesercenti e Ascom che opera sul territorio e garantisce il credito alle aziende del nostro settore; ci siamo attivati con le cooperative di garanzia per abbattere completamente il tasso di interesse; quindi si possono ottenere finanziamenti a tasso zero. Gli uffici di Confesercenti Parma sono attivi su questo fronte e chiunque può rivolgersi per chiedere informazioni e avviare le pratiche necessarie. Stiamo discutendo con le banche del territorio per immettere liquidità sul mercato. Stiamo facendo oltre il nostro dovere, ma ci viene richiesto da tutte le categorie del nostro settore”.