Turismo, AIGO: “Bene Franceschini su affitti brevi, AirBnB e imposta di soggiorno. Ma ospitalità diffusa è settore da tutelare, non solo da regolamentare”

“Apprezziamo e troviamo condivisibile l’intenzione ‘di cambiare le regole del gioco’ sugli affitti brevi e su AirBnB, annunciata dal Ministro Dario Franceschini in un’intervista a La Stampa: l’ospitalità diffusa va regolamentata. Allo stesso tempo, però, non bisogna dimenticare di tutelare le significative opportunità di lavoro e di valorizzazione immobiliare che il settore offre a tutta l’economia del Paese, cercando di gestire con la creazione e promozione di nuovi itinerari il problema dei sovraffollamenti nelle maggiori destinazioni turistiche”.

Così Claudio Cuomo, vicepresidente nazionale di Aigo, l’associazione che riunisce gli operatori dell’ospitalità diffusa Confesercenti.

“Il fenomeno AirBnB, che ormai ha dimensioni mondiali, è nato per dare una risposta alle mutate esigenze dei viaggiatori, che sempre più spesso preferiscono prenotare online voli e appartamenti, nella ricerca di un’esperienza il più possibile vicina al life style originale della destinazione”, continua Cuomo. “AIGO Confesercenti sarà in prima linea per accompagnare il nuovo processo di regolamentazione, un tema che affronteremo anche nella nostra prossima assemblea del 18 febbraio. I nodi da sciogliere per il turismo alberghiero sono molti, a partire dall’annoso contenzioso tra Stato e Regioni sulla materia turismo. Ma ci sono troppe incertezze anche sul campo fiscale: l’Agenzia delle entrate deve ancora chiarire quale volume di affari può essere inteso come integrazione del reddito oppure come proventi da attività di impresa”. 

“Sempre sul fronte fiscale – conclude Cuomo – accogliamo positivamente l’idea di aggiornare la regolamentazione dell’imposta di soggiorno già avanzata dal ministro. In particolare, occorre depenalizzare la mancata e tardiva comunicazione: ci sono gestori che, per una distrazione, rischiano di essere denunciati penalmente per peculato d’uso da molti Comuni. Piuttosto, si trovi un modo per obbligare i Comuni carenti di servizi e tutele per il turista a reinvestire nel loro miglioramento il ricavato dell’imposta di soggiorno”.