Da Bologna “VITRINES D’EUROPE” e Confesercenti Emilia Romagna rivolgono un appello alle Istituzioni europee per salvare il commercio di prossimità

Si è svolta lunedì 13 gennaio a Bologna presso la sede di Confesercenti Emilia Romagna, la riunione periodica del Consiglio di Amministrazione di VITRINES D’EUROPE (rete europea di associazioni dei commercianti) alla presenza dei componenti provenienti da Francia, Spagna e Portogallo e del presidente di Confesercenti regionale Dario Domenichini e del direttore Marco Pasi.

In tale occasione il presidente di VITRINES D’EUROPE Stefano Bollettinari ha affermato: “Chiediamo con forza che nella nuova programmazione 2021-2027 dei Fondi Europei il rilancio del commercio di prossimità rappresenti un obiettivo prioritario per il suo valore sociale e per il contributo alla sostenibilità del territorio e alla qualità della vita. Occorre inoltre al più presto una legislazione speciale a livello europeo per le piccole e micro imprese commerciali, con burocrazia zero e fiscalità ridotta, se vogliono far sopravvivere la rete distributiva specializzata e di prossimità nell’ambito di un’Europa più sociale e vicina alle esigenze dei cittadini.  È necessario inoltre un rafforzamento delle norme sulla concorrenza sleale e l’introduzione di una “web tax” uniforme in tutti gli stati europei, che equipari la tassazione delle grandi imprese che operano online a quella di tutte le altre imprese commerciali”.

Per il presidente di Confesercenti Emilia Romagna Dario Domenichini “la continua emorragia di attività commerciali, in particolare di piccole dimensioni, è sotto gli occhi di tutti. È evidente allora che occorre intensificare gli sforzi fino ad oggi compiuti e adottare, in sede nazionale ed europea, provvedimenti di ampia portata per rilanciare il commercio di vicinato. Tra questi una moratoria di almeno 3 anni per l’apertura di nuove grandi strutture di vendita e centri commerciali, una nuova disciplina che eviti la concorrenza sleale tra commercio “online” e “offline”, nonché un maggior contrasto al dilagare di burocrazia e balzelli che penalizzano le piccole imprese. Inoltre, dopo un’incertezza che dura da oltre un decennio è ora di escludere in modo definitivo tutte le imprese turistiche e commerciali dall’ambito di applicazione della direttiva Sevizi”.

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