Lettera aperta di Confesercenti Parma ai candidati Sindaco della città

Egregio Candidato,

è cominciata la campagna elettorale e come sempre le Associazioni vengono sollecitate per il sostegno ad uno o all’altro candidato.

Il più delle volte, per fortuna, siamo ascoltati per capire quali siano i temi “caldi” che più dovrebbero interessare l’opinione pubblica e i nostri soci.

Per questa tornata elettorale Confesercenti vuole rendere pubblico questo dialogo perché si possa conoscere cosa Confesercenti pensa e cosa vorrebbe che si facesse. Essere trasparenti è per noi un dovere, un atto di correttezza verso la città e verso a chi ha deciso di impegnarsi per essa.

Chiediamo, dopo anni di pura follia dove tutti costruivano grandi e architettonicamente brutte superfici commerciali, devastando un settore vitale formato da piccole e medie imprese locali, che ci si renda conto forse, ed uso il forse non a caso “a buoi scappati dalla stalla”, che occorra intervenire per cercare di lenire i problemi creati a questo vitale settore economico.

Negli ultimi anni, in molti, anche per chi non è del settore, si saranno accorti come anche il Commercio sia diventato un problema sociale.

Oggi abbiamo centri degradati, i negozi chiudono, la micro criminalità impazza, gli spacciatori hanno preso il posto dei negozianti e la “desertificazione” dei centri urbani preoccupa, a parole, un po’ tutti.

Fra non molto dovremo affrontare il problema dei centri commerciali costruiti come cattedrali nel deserto i quali inizieranno a cannibalizzarsi clientela e ridurre margini con promo sempre più focalizzate sul breve periodo.

Sono state aperte migliaia di superfici commerciali nei posti più impensati, una difronte all’altra o in mezzo ai prati, senza nessuna logica, pur di incassare gli oneri di urbanizzazione e di avere opere compensative con cui farsi lustro agli occhi dei cittadini e oggi ci si stupisce se cominciano a chiudere.

Scopriamo che le grandi concentrazioni commerciali fanno morire la piccola impresa, che creano traffico, inquinamento e cementificazione del suolo.

Facciamo questo mestiere da più di 40 anni e oggi sentire dire le cose che, come Confesercenti sostenevamo moltissimi anni fa, passando per disfattisti, è veramente scoraggiante.

In passato, ma anche adesso, ci siamo sentiti dire di tutto: da beceri corporativisti, contro il progresso, contro l’ambiente, contro il futuro che avanza, contro le liberalizzazioni, contro le pedonalizzazioni, contro la libertà d’orario e via dicendo.

Insomma, eravamo contro tutto e tutti per difendere i “soliti interessi di bottega”.

Certo difendiamo i commercianti e le piccole medie imprese di vari settori. E’ il

nostro mestiere, ma lo abbiamo sempre fatto tenendo presente il bene comune.

Ma non siamo contro il nuovo. Anzi! Siamo stati fra i primi a sostenere l’innovazione del settore, facendo crescere al nostro interno la distribuzione al dettaglio organizzata, fatta però con i singoli dettaglianti che si associavano fra di loro e quindi uomini e donne imprenditori del territorio.

Abbiamo sempre pensato e sostenuto che occorresse una crescita programmata ed un’innovazione pensata, non semplicemente la liberalizzazione selvaggia.

Siamo stati i primi a sostenere che occorressero norme per la tutela dei Centri urbani e dei paesi, delle loro imprese commerciali e turistiche.

Abbiamo usato per primi il brutto sillogismo “desertificazione” dei centri oggi tanto in auge. Abbiamo sostenuto le piccole e medie imprese convinti che fossero un punto di forza per le città e per il Paese.

Negli anni abbiamo denunciato con tenacia che sarebbe successo quello che oggi è un’emergenza e una priorità. Purtroppo inascoltati per anni!

A noi oggi piacerebbe sapere come e quali e quanti sono gli interventi che i candidati a Sindaco propongono per il nostro settore.

Leggiamo, che alcuni candidati, parlano di “riequilibrio del comparto”, di interventi utili a creare migliori condizioni per riqualificare i centri storici e le prime periferie. Bene. Ottimo!

Però ci serve sapere come e con che risorse. Non sono più tollerabili generiche formule miracolistiche.

Le imprese del commercio e del turismo hanno bisogno di sapere oggi che cosa si intenda fare per affrontare quello che i più pensano sia una emergenza reale.

Non ce la fanno più a sopportare la miriade di balzelli, raccolte differenziate rifiuti impossibili con costi insostenibili, multe per infrazioni modeste come un cartello mal appeso o un documento amministrativo non esposto, adempimenti furbeschi come i diritti di segreteria, addirittura superiori alle abolite marche da bollo nazionali, regolamenti e delibere farneticanti, tasse comunali alle stelle, burocrazia asfissiante e complicante anziché le semplificazioni tanto citate sulla stampa. Chiediamo da anni l’introduzione della diffida amministrativa prevista dalle norme Regionali, per far in modo che le imprese si possano mettersi in regola, o capiscano nei dettagli in cosa consista la regola, senza essere dissanguate.

Non possiamo accettare la rigidità con cui vengono gestite situazioni dove dovrebbe essere il buon senso a regnare. Facciamo riferimento al costante quanto improduttivo accanimento con cui vengono controllate e sanzionate aziende del territorio mentre notiamo un pericoloso lassismo verso tutte quelle pratiche abusive portate avanti da attività border line.

In questi anni abbiamo notato essere più proficuo essere inflessibili con gli imprenditori che cercano di rispettare tutte le regole, piuttosto che sancire chi fa dell’irregolarità il proprio modus operandi.

In un anno ogni imprenditore ha circa 170 adempimenti standard, uno ogni due giorni, che costano denaro e migliaia di ore di lavoro perse. 

Sono in balia della burocrazia senza certezza, degli umori del burocrate del momento. Le imprese di qualsiasi genere hanno bisogno di certezze almeno nel breve medio periodo. Invece, oggi, ognuno interpreta a suo uso e consumo ogni norma creando regolamenti, divieti, oneri, vessazioni e via dicendo pur di complicare la vita a chi pensa di poter svolgere questo antico mestiere.

Questo è il contesto di riferimento a cui deve tener conto un imprenditore nel momento in cui va a aprire una piccola attività nel nostro territorio.

Noi ai candidati chiediamo concretezza e preparazione. Sì! per guidare questo settore occorre professionalità. Persone che sappiano di che cosa stiamo parlando.

Affermare che si intende riequilibrare il settore è troppo vago. Gli imprenditori sanno benissimo che non ci sono le condizioni per riequilibrare ciò che si è devastato negli anni.

Però qualcosa si può e si deve fare! Servono, per ora, piccole cose a volte semplici, per cercare di mitigare i problemi creati a questo settore. Occorre a nostro avviso partire da qui con obiettivi fattibili e raggiungibili.

Per noi a Parma si dovrebbe fare:

  • La città è buia! Occorre illuminare tutte le zone del centro urbano e mal frequentate;

  • Incentivare il recupero delle funzioni di commercio di vicinato nei quartieri della prima periferia, con incentivi economici, detassazione per i primi tre anni di attività a chi apre una impresa in una area a rischio degrado;

  • Potenziare le zone di parcheggio eliminando la prima mezz’ora a pagamento per gli acquisiti veloci nelle aree a righe blu;

  • Parcheggi meno cari per i cittadini;

  • Ampliare il parcheggi a raso ed in struttura, riutilizzando aree abbandonate, anche per biciclette e scooter;

  • Modificare radicalmente i percorsi dei mezzi di trasporto pubblico introducendo navette da e per il centro con frequenze simili alle metropolitane delle grandi città;

  • Una maggiore razionalizzazione della raccolta differenziata per orari e modalità in particolare per il centro storico;
  • Sempre per il centro storico rivedere le possibilità di accesso per i turisti e per coloro che vi lavorano. Dagli agenti di commercio ai trasportatori agli artigiani di qualunque tipo;
  • Creare condizioni maggiormente favorevoli a chi vuole investire, creare valore, aprire un’attività. Bisogna incentivare la creazione di nuove piccole e medie imprese per non svegliarci un giorno, magari fra 5 o 10 anni, in un “paese per vecchi”. Mettiamo a sistema una serie di competenze e di facilitazioni da mettere a disposizione delle neo-imprese;
  • Investire gli oneri di urbanizzazione delle grandi superfici distributive e/o parte proventi dalle sanzioni accesso zona ZTL e/o parte tassa turismo e/o parte della Tari a favore delle PMI del territorio per alleggerire il carico fiscale o per iniziative di sviluppo;

  • Divieto di apertura di nuovi esercizi di grandi dimensioni se non contestualizzati in una logica di servizio alla cittadinanza, riutilizzando aree dismesse del centro urbano. I cantieri per le nuove imprese devono avere un tempo prestabilito per la loro conclusione;

  • Recupero dei contenitori esistenti, dei chioschi edicola e chioschi vari, chioschi di distributori carburanti con micro imprese innovative e creative;

  • Patto con i proprietari immobiliari per calmierare gli affitti (creare un borsino degli affitti) e per chi tiene gli immobili sfitti in zone di pregio commerciale obbligo di tenere gli immobili decorosi;

  • Creare una cooperativa di garanzia per garantire gli affitti delle unità immobiliari date in affitto calmierato a cui partecipano il Comune, i proprietari immobiliari, i commercianti, le banche, etc..;

  • Puntare sulla bellezza dei nostri borghi e smettere di deveicolarizzare zone a rischio desertificazione (esempio il primo tratto di Strada Nino Bixio). Puntare, invece, sulla pedonalizzazione di piccole zone nei borghi tipici di Parma e dello shopping, incentivare le strade a tema. Sempre sperimentando prima di applicarle in modo definitivo;

  • Occorre riqualificare e promuovere i mercati cittadini e anche su questi spingere sul settore alimentare;

  • Rendere più bella, accogliente e sicura la città, pulita ordinata e viva.

  • Occorrono attrattori culturali, sociali e commerciali in Oltretorrente nonché parcheggi a disposizione del pubblico a raso e quelli in struttura a prezzi accessibili e vanno pubblicizzati;

  • Occorrono reti wi-fi libere e davvero utilizzabili per promuovere la città nel suo complesso;

  • Semplificare-ridurre-sburocratizzare la vita delle imprese. In questo caso ci piacerebbe che gli imprenditori venissero responsabilizzati e gli amministratori avessero un compito di controllo e non viceversa;

  • Proponiamo incubatoi temporanei per le nuove imprese del commercio e dell’artigianato;

  • Migliorare l’accoglienza e il primo impatto per chi arriva in città (a partire dalla stazione, creare un percorso decoroso per arrivare nel cuore della città). Lo stesso per chi accede dal casello autostradale o dall’aeroporto;

  • Recupero e sostegno dei negozi storici con incentivi per gestire i subentri generazionali mantenendo la storicità dell’azienda;

  • Rendere Maggio il mese del Gusto concentrando e proponendo una serie di grandi eventi dedicati al cibo e tutte le sue declinazioni (Gola Gola, Parma Street Food, Cibus Connect/Cibus, iniziative organizzate dal Consorzio del parmigiano e Consorzio prosciutto). Un mese del Gusto, 4 fine settimana, da promuovere e fare conoscere in tutto il mondo. Eventi come il Gola Gola Festival, il Parma Street Festival devono essere rafforzati e promozionati con grande energia;

  • Ogni mese ci dovrebbe essere un evento di qualità con prevalenza nel settore Food. Prosciutto, Parmigiano, Salame, Coppa, Culatello, Culaccia e via dicendo, appuntamenti tradizionali di attrazione della città creativa della gastronomia UNESCO;

  • Convogliare tutte le iniziative culturali e gastronomiche su un portale strutturato per promuovere i nostri valori e al contempo possa gestire l’incoming. A questo proposito metteremmo a disposizione dell’amministrazione il dominio VISIT PARMA che ben si presta a questo tipo di progetto;

  • Eventi culturali e artistici importanti ed attrattori devono essere calendarizzati sotto un’unica regia che eviti sovrapposizioni e inutili dispersioni per valorizzare l’economia turistica;

  • Prevedere nel bilancio comunale cospicui investimenti sul settore Turismo.

Abbiamo bisogno di Amministratori preparati. Il nostro è un settore economico importante che dà lavoro a migliaia di imprenditori e di lavoratori, attira tanti giovani, nonostante tutto desiderosi ed entusiasti di entrare nel lavoro autonomo.

Non può più essere considerato un settore marginale dell’economia e trattato come l’ammortizzatore sociale naturale come era considerato fino ad alcuni anni fa.

Insomma, chiediamo ai Candidati cose concrete e se ci sono idee migliori le approfondiremo con passione come sempre abbiamo fatto cercando di coniugare gli interessi delle aziende con il bene comune della nostra bella città.

Grazie per l’attenzione e buona campagna elettorale, sempre disponibili al dialogo.

Il Presidente Confesercenti

Francesca Chittolini
16 Marzo 2017